| Catalogo | Sede | Galleria fotografica |
PULCINELLI - Catalogo

Tutto ha inizio al Teatro San Carlo a Napoli quando due occhi profondi, pungenti e vivacissimi, un guizzo da scugnizzo napoletano su corpo atletico mediterraneo, mi colpiscono direttamente al cuore: è Lello Esposito che mi parla di Pulcinella mentre sta per andare in scena l’omaggio ad Edoardo de Filippo con Luca suo figlio. Vado il giorno dopo al suo atelier a Palazzo Sansevero e il guizzo di quegli occhi si trasmette subito su ciascuna delle opere che scaturiscono da questo sorprendente luogo. Avevo abbandonato l’arte contemporanea e ora mi aggiro di nuovo con ansia, agitazione, curiosità, emozione tra sculture, quadri composizioni contemporanee di impatto immediato. Mi dimentico perfino dei miei adorati Pulcinella di Ca’ Rezzonico che Giandomenico Tiepolo affrescò per se stesso nella villa di famiglia di Zianigo, nella campagna veneziana, “tra il 1759 e il 1797 negli anni della fine della gloriosa Repubblica di Venezia davanti allo spettacolo di un patriziato esangue e snervato, pronto a chinare la testa dinanzi all’irrompere in scena delle truppe francesi e del loro comandate, Napoleone, che avrebbe prostituito la Serenissima all’Austria con il trattato di Campoformio. Allora i Pulcinella, tutti uguali, senza distinte fisionomie, simboleggiando quella parte dell’umanità popolaresca e vitale, quegli individui indistinguibili sui quali passa la storia calpestandoli, ma che continuano a giocare, danzare e a brindare dando sfogo alla spontaneità goffa, deforme, volgare ma viva, che resiste oltre gli eventi disastrosi di una classe politica allo sfacelo”. I “Pulcinelli” di Lello Esposito sono lì davanti a me drammatici e ironici, appassionati e tristi dimessi e straordinariamente forti, una visione della natura dell’uomo così nuda e nascosta nello stesso tempo: mi sembra di essere da uno psicoanalista perverso: queste opere riescono a far affiorare sentimenti anche quando non vorresti. E Lello riesce a manipolare e dare forma ai sospiri, a spogliare e attraversare l’intimo, a mantenere la maschera e a mettere in rilievo la fisionomia più enigmatica. I “Pulcinelli” di Lello Esposito non hanno mestiere, non sono dottori come Balanzone, non sono mercanti come Pantalone, non sono servitori come Arlecchino, sono esseri vivi, uomini con le emozioni, le debolezze e i valori di sempre.

PULCINELLI - Introduzione

Lello Esposito è un artista capace di usare ogni linguaggio e di piegarlo alla sua straordinaria immaginazione. Le sue opere, tra pittura e scultura, sono il risultato di una sofisticata miscela che fonde la tradizione napoletana con l’avanguardia artistica. Pulcinella, San Gennaro, il Vesuvio, il corno, l’uovo, i teschi del cimitero delle Fontanelle: figure antropologiche e maschere popolari figurano nel repertorio iconografico di un artista del XXI secolo che, sfidando l'incalzante affermazione delle nuove tecnologie nell'arte, rappresenta ancora immagini di antiche memorie e tradizioni.

Lello Esposito vive a Napoli, da sempre appartiene a questa città e ha scelto di riproporre in chiave moderna i simboli, i luoghi e le storie della sua terra. Con una straordinaria carica emotiva egli ha liberato le icone tradizionali napoletane dai vincoli dei luoghi comuni, dagli stereotipi. La tradizione non lo ha spaventato, non è stato un fardello pesante per lui, un legame da recidere. Anzi, l’artista ha vissuto e vive questa tradizione con l'immediatezza della contemporaneità, con la capacità di reinterpretarla nel presente e di donarla con generosità. Ha denudato la Storia fino all’osso, raggiungendo la sintesi di una memoria equilibrata tra l’immediato presente e il passato incombente. E' un percorso artistico a cicli quello di Lello Esposito, metodico, fatto di complesse sperimentazioni, di sane ossessioni: i suoi soggetti sono sempre gli stessi e si affastellano nel suo studio, invadenti, ironici e chiassosi. Non è quasi possibile distinguere se sia stato l’artista a sceglierli, o se siano stati loro ad avere scelto lui, a decidere di vivere nel suo atelier, tutti insieme. Così, quando si entra nello studio di Lello Esposito, si percepisce subito una forte presenza, un’energia straordinaria sprigionata dalle figure veraci, scugnizze e sanguigne che vi dimorano. Con grande sapienza del mestiere, a suo agio tra pittura e tecnica scultorea, Lello Esposito rinnova quotidianamente il miracolo della forza del simbolo, comunicando nella sua lingua madre.

L’artista lavora la creta, il bronzo, la terracotta, mescola colori sulla tela tra segno e gesto: si dà alla materia, la vive su se stesso. Oggi l’artista sente visceralmente che una fase della sua produzione artistica sia sopraggiunta al termine: Pulcinella è ormai un’icona del suo intero repertorio e come figura stigmatizzata lo seguirà per sempre nelle sperimentazioni future. Ora è il momento di iniziare un nuovo cammino sotto il segno della rigenerazione, perché Esposito è convinto che questa sia proprio il motore della vita, oltre la storia, e che il valore della metamorfosi sia l’eterno e l'unico vero mito della condizione umana. Nella mostra veneziana, ospitata nella suggestiva Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro, Lello Esposito espone i suoi Pulcinella per celebrare il bicentenario della morte del pittore veneto Giandomenico Tiepolo (1727-1804), il quale, sul finire del Settecento, aveva affrescato nella sua villa a Zianigo un Ciclo dei Pulcinella ispirato alla maschera napoletana. A più di duecento anni dal lavoro di Giandomenico Tiepolo, ancora un artista ha scelto la maschera di Pulcinella per interpretare in chiave simbolica e allusiva il tema della natura umana e per esprimere una visione del mondo lontana dall’atmosfera gioiosa e scherzosa. Con i Pulcinella di Esposito l’elemento burlesco diventa pretesto per esternare stati d’animo interiori e soggettivi e il rito della tradizione diviene emblema universale dell’umanità.

L’artista napoletano porta a Venezia pitture, sculture e installazioni di tele-sculture che coniugano, in modo geniale e creativo, materie primarie e mitiche della cultura e della natura mediterranee con le forme infantili del gioco e dell’avventura. Questa occasione espositiva è per Lello Esposito anche il momento di pensare, per fare il punto della situazione sul suo percorso artistico. Con la serie dei Pulcinella in mostra a Venezia egli ripropone la produzione dagli anni ’90 a oggi, rivelando tutte le vie intraprese nel suo lungo viaggio con la maschera partenopea e proiettandosi verso nuove creazioni a venire.